Ha un suono tutto suo, un ritmo che devi sapere ascoltare e assecondare, perché altrimenti ti travolge, ti assilla, ti fa rotolare. E’ una musica da riconoscere alla prima nota. Fatta di chatting in tante lingue diverse, di scale mobili instancabili, porte che si aprono e chiudono fra un “Mind the gap” e l’altro.
Londra.
Non si poteva non fare tappa a Londra per il giro del mondo e la nostra è stata una tappa affollata di tanti amici ed esperienze. L’abbiamo vissuta molto. Perdendo di vista le classiche mete turistiche e ricercando un po’ quello che gli abitanti della città più cosmopolita d’Europa vivono day-by-day. Siamo arrivati a Londra dall’aeroporto di Santander. 15 voli al giorno, oltre la regione basca, in Cantabria. Un solo varco per il controllo, una manciata di gate. Ci siamo arrivati la mattina nonostante il volo fosse nel pomeriggio da San Sebastian con un bus che collega il nord della Spagna e passa per Bilbao. Una versione spagnola di Torino. Ex vocazione industriale e siderurgica, oggi cerca una nuova chiave di lettura del futuro.
Eravamo molto felici di raggiungere Londra ma è stata dura salutare Marcoe e Maria. Per fortuna con loro e con altri gruppi di amici abbiamo dei folli gruppi su whatsapp per essere sempre aggiornati.
Infatti ne ho creato uno per la tappa londinese, partecipanti: Nunzia e Giuseppe da Milano, Tania e Andrea da Napoli, in più noi da Santander. A questo gruppo di italiani si sono aggiunti per un giorno Marco e Nutcheewan da Bristol, lui mio storico amico italo-inglese, lei sua moglie tailandese che ci ha dato dei preziosissimi consigli sull’ultima tappa del viaggio. In realtà abbiamo visto anche Sam (couchsurfer accompagnato in giro a Napoli qualche tempo fa), Tony e Saverio, conosciuto a San Sebastian. Una tappa bella e affollata.
Londra ci ha accolto con la pioggia, scattata precisa al nostro atterraggio. Ad accoglierci anche un piccolo intoppo, avevamo prenotato con Airbnb, un metodo semplice e facile per trovare una casa o una stanza un po’ in tutto il mondo. Lo preferisco perché permette di vivere come i locali e quindi puoi vivere meglio il posto e in più si risparmia (ci siamo trovati molto bene con questa soluzione a Parigi). Bene, anzi male, il nostro host non riuscivamo a trovarlo per farci consegnare le chiavi nonostante gli accordi.
Alla fine siamo riusciti ad entrare a casa, erano ormai le 22.00 e a condire questa serie di complicazioni c’è stato il fatto che non c’era Wifi libero da nessuna parte se non all’aeroporto di Stansted. E così per tutta la permanenza. Un punto a sfavore, decisamente. Per la cronaca, tutto si è risolto e voglio ringraziare Lorenza di AirBnB che è intervenuta tempestivamente.
Muoversi in 6 non è semplice e noi non passavamo inosservati. Ancora meno quando siamo saliti festosi su un bus a due piani e non trovando posto ci siamo messi ad ammirare la città in piedi. Bad idea. Sono bastate poche fermate e poi ci siamo accorti che ci stavano richiamando, al piano elevato del double-decker bus si può sostare soltanto se seduti. Ops!
Colazione al Borough market e poi su e giù per i ponti sul Tamigi, fra questi il mio preferito: il Millennium Bridge. Collega la Tate Modern con la San Paul Cathedral. Ha una linea molto moderna che ben si sposa con il mattone scuro e antico che caratterizza la city.
I mercati hanno caratterizzato questi giorni, con la scoperta del mercato di Camden Town, un passaggio veloce a Portobello road dove vale sempre la pena di andare e il Borough Market.
Mi spiace molto di non aver visto nessun Banksy, forse li hanno coperti o portati altrove. Ho provato però un delizioso english breakfast vegeratariano, cercando i graffiti dell’artista di Bristol. E sono stata con piacere al binario 9 3/4 di King’s Cross io che sono una Harry Potter addicted.
Londra è una di quelle città in cui mi sento a casa, riesco ad orientarmi, ho dei posti “preferiti”, riesco a “sentirla” e ad assecondare il suo ritmo. Questa volta – la terza – l’ho scoperta ancora sotto altre prospettive grazie agli amici con cui l’ho condivisa. E’ una di quelle città dove chissà, ci si potrebbe passare del tempo e fare delle esperienze. London calling.