Siamo arrivati a San Sebastian e abbiamo subito percepito due differenze evidenti: nella lingua, così diversa dallo spagnolo e dal catalano che abbiamo lasciato a Barcellona, e nella struttura della città. Un centro molto più piccolo, ordinato, elegante.
Grazie all’ospitalità di Marco e Maria alloggiamo a casa con loro, a Gros, quartiere di San Sebastian tranquillo e immerso nel verde, in una posizione più rialzata rispetto al resto della città. Nonostante il meteo minacciasse pioggia, siamo stati travolti da un caldo afoso e da un sole che ci impediva di fare più di duecento metri senza dover trovare riparo all’ombra.
La nostra esplorazione di San Sebastian è partita alle 14, col senno di poi un orario davvero poco furbo. Armati di bottigliette d’acqua e scarpe comode abbiamo raggiunto il centro di Gros, poggiato i piedi sulla spiaggia di Zurriola senza però testare la temperatura dell’acqua, che ci dicono essere gelida.
E mentre il sole ancora non ci dava scampo, costringendoci a una sosta per bagnarci la testa a ogni fontanella, abbiamo attraversato il ponte per raggiungere la Parte Vieja della città. Tutto molto curato, caratteristico, un’atmosfera da villaggio di pescatori piegatosi senza tante resistenze agli assalti del Casinò e dei McDonald’s. Turisti, non tantissimi, ma tutti giovani e con quell’aria da surfisti californiani belli e dannati.
Impossibile camminare più di mezz’ora senza fermarsi un po’. Un paio di soste obbligatorie, e poi ci siamo diretti verso il monte Urgull mendia, piccolo promontorio sul mare sul lato ovest della Baia de La Concha. Una piacevole passeggiata in questa zona con pochi turisti e tantissimi ragazzini del posto, che gridavano e si tuffavano dagli alti moli del porto in un’acqua sempre blu, ma di sicuro meno pulita di quella della baia.
Abbiamo ripercorso una strada diversa per ritornare sul corso principale del centro città, e mentre i primi nuvoloni comparivano a est abbiamo affrettato il passo per lasciarceli alle spalle e tornare a casa prima che si scatenasse il diluvio che le previsioni anticipavano. E abbiamo fatto giusto in tempo: alle 19 in punto si è scatenato il diluvio, proprio come quello che abbiamo incontrato a Barcellona. E mentre ci siamo dovuti giustificare – no, non siamo stati noi a portare il maltempo da Barcellona! – abbiamo preparato un sughetto per far ritrovare il classico sapore di Napoli ai nostri amici. Missione compiuta, hanno apprezzato!
Ragazzi, non conoscevo tutta la vostra storia, non sapevo come fosse nato questo progetto. Quanta bellezza porterete in giro per il mondo e quanta il mondo ve ne restituirà!Buon viaggio, vi seguirò lungo il percorso 😉
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